Giovanni Fabbri - Onorio Bravi

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Testi Critici
Lettera ad un amico
di Giovanni Fabbri

II terzo millennio lascia alle spalle un’eredità di linguaggi artistici sempre più legati ad un’arte concettuale e virtuale. In questa corsa di sinergie in continua contaminazione alcuni preferiscono ancora lo strumento pittorico. Onorio Bravi opera in quella direzione, pittore autentico che dialoga con i colori e le forme, un mestiere antico quanto l’uomo per esprimere la sua visione del mondo. Dopo una formazione accademica Bravi si avvicina al paesaggio con echi di Novecento ritrovato, ma anche di simbologie oniriche che emergono direttamente dall’inconscio. Strane architetture dai decori orientali si raggruppano in verticale ai limiti del quadro, alcune sospese con finestre triangolari immerse nella luce gialla. Presenze umane angosciate cercano di evadere da quella dimensione straniera. 
Una visione con echi di primitiva memoria e di paure contemporanee si condensano nello spazio pittorico. 
I fiori sparsi ovunque ed i personaggi religiosi evocano la speranza di un mondo migliore da raggiungere. Segni incisi nella materia, colori complementari di vicinanza timbrica orchestrano la resa pittorica di raffinati accostamenti cromatici. Sono i luoghi dell’anima dove nascono i sogni dai labirinti irrisolti e dagli incontri fiabeschi. Un mondo tutto suo che consegna al fruitore le chiavi d’accesso alla lettura dell’opera. 
Onorio Bravi si lascia trasportare da ciò che gli detta il cuore convinto sui valori estetici in cui crede. Una visione libera e genuina che fa la differenza.

Giovanni Fabbri


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